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Fiat Panda 4×4 prima serie: la più desiderata e quotata

La Panda 4×4 prima serie è un’utilitaria e una fuoristrada che sa fare molto bene il suo dovere, quello di arrampicarsi sui terreni più impervi e disconnessi, grazie soprattutto al peso leggero e alla trasmissione realizzata niente meno che dall’austriaca Steyr Puch. Economica nella gestione, è anche affidabile, a patto di saper scegliere l’esemplare giusto (meglio se dal 1983 al 1985). Le rare Panda 4×4 rimaste originali e con pochi (ma veri) chilometri sono sempre più richieste dal mercato (anche internazionale), raggiungendo quotazioni che possono superare anche 12.000 euro.

Per i nostalgici anni ’80

Per i nostalgici degli anni Ottanta e delle vacanze sulla neve, il 1983 è stato un anno fantastico. In quell’autunno Carlo Vanzina girava a Cortina d’Ampezzo (BL) il primo capitolo dei cosiddetti “cinepanettoni”, l’amatissimo Vacanze di Natale, al ritmo di una colonna sonora dai pezzi esaltanti del calibro di Moonlight Shadow di Mike Oldfield piuttosto di I like Chopin di Gazebo. Nella pellicola comparivano auto molto amate ancora oggi, come l’imponente e veloce Mercedes S dell’imprenditore milanese, l’intramontabile Mercedes G rigorosamente a passo lungo e la fuoriserie Maserati Quattroporte della ricca famiglia romana, l’immancabile Toyota BJ 42 rigorosamente rossa con tanto di portasci sul tetto, la pepata Mini Turbo De Tomaso del rampante milanese. All’inizio degli anni ’80, insomma, c’era poca crisi, o meglio tanta voglia di divertirsi.

La Panda 4×4 nasce nel 1983

Proprio in un contesto come questo nacque una versione molto allettante di una delle piccole italiane di maggior successo: era proprio il 1983 quando venne introdotta la Fiat Panda 4×4, esattamente tre anni dopo il lancio della versione a due ruote motrici. Questa “mini” integrale fu accolta subito molto bene perché permetteva di muoversi ovunque: basta digitare su YouTube il suo nome per constatare l’entusiasmo nei tanti test drive condotti all’epoca su questo modello, tra cui quello più famoso di Giancarlo Baghetti, più volte citato dalla vivacissima comunità dei Pandisti a trazione integrale.

Wanted (Ricercata)

Ha bisogno davvero di poche presentazioni questa primissima serie di Panda a trazione integrale inseribile, che viene tuttora fortemente rimpianta (e ricercata) non solo da chi vive o frequenta le zone di montagna o campagna (tra i maggiori fan ci sono i cacciatori), ma anche da chi desidera semplicemente una simpatica auto più originale e senz’altro più versatile di tante altre in circolazione.

Successo meritato

Dalla sua, la squadrata e simpatica linea evergreen, le dimensioni da utilitaria e il favorevole rapporto peso/potenza che consentono alla piccola torinese prestazioni in fuoristrada di tutto rispetto, ma soprattutto un’ineguagliabile mobilità su neve e fango. Aspetti questi che, uniti a costi di gestione e manutenzione irrisori (Baghetti parlava di consumi da Panda 45), ne hanno decretato il successo e la voglia di possederne un esemplare ancora oggi.

C’era poco di serie

All’interno è semplice e spartana: non ci sono il servosterzo e nemmeno il condizionatore, l’unico accessorio di serie su tutti gli esemplari sono i vetri atermici. I sedili sono esili e in caso di lunghi (e sconsigliati…) trasferimenti, nonostante possa raggiungere agevolmente 135 km/h di velocità massima, alla fine la stanchezza si fa sentire.

Nata sotto una buona stella: Steyr Puch

Frutto della collaborazione con l’austriaca Steyr Daimler Puch (la stessa che ha dato vita a “mostri sacri” come Haflinger, Pinzgauer e Mercedes G), che ideò la parte posteriore della trasmissione, con un sistema di inserimento manuale delle ruote posteriori semplice e affidabile, nell’arco della sua ultratrentennale carriera la Panda 4×4 è rimasta tecnicamente immutata eccetto che per le motorizzazioni, tutte compatte di cilindrata e a benzina: nata con il robustissimo 1.0, nel 1986 ha adottato il 1.0 Fire e nel 1992 il 1.1 Fire, questi ultimi due però erano un po’ meno affidabili a causa soprattutto della presenza dell’elettronica e dei catalizzatori.

Perle… ai Porci

L’occasione per verificare di cosa sia capace una Panda 4×4 e quanto possa resistere ai maltrattamenti si è presentata grazie al richiamo del PORCI, acronimo di Panda 4×4 Off Road Club Italia. In altre parole è la simpaticissima “confraternita” dei pandisti 4×4, sempre pronta ad accogliere tutto (Panda 4×4 in qualsiasi stato) e tutti con estrema familiarità e, perché no, goliardia. Ogni anno alcuni elementi di spicco di questa allegra brigata organizzano bei raduni come quello di Cernobbio (CO). In queste zone in effetti si sono molto diffusi i fuoristrada formato mignon come la Panda 4×4, per via delle anguste carrarecce di montagna a picco sul lago con curve a gomito e in pendenza. Noi abbiamo avuto la fortuna di percorrere lo scenografico tracciato in fuoristrada.

Alla prova…

Da Milano a Cernobbio in autostrada, freddo pungente e temperatura dell’acqua costantemente a un quarto persino tenendo il motore su di giri al limite della velocità massima, 135 km/h. Naturalmente il cambio presenta qualche lieve impuntamento nei primi metri a freddo, ma subito dopo l’inconveniente scompare. A non sparire invece è un leggero sbattimento metallico sulle buche proveniente dal solito fermo di sicurezza della balestra posteriore che col tempo si allenta, risolto con qualche colpo di martello ben assestato. Il motore gira persino silenzioso anche ad alti regimi e l’ago indicatore del carburante si rivela solo un po’ sensibile ai cambi di pendenza. Tutto nella norma per la Panda 4×4. In men che non si dica si arriva a Cernobbio.

Si parte per la montagna

Nelle salite in quota, sugli esemplari più vecchi conta molto la carburazione. Chi l’ha regolata meglio va di più, non si discute. L’asfalto si trasforma in pietraia, si inizia a ballare e si passa su tratti in forte salita anche molto stretti con manovre al millimetro. Perciò si innesta la trazione integrale, semplicemente tirando la leva dietro a quella del cambio posta tra i due esili sedili. Ai più fortunati si accende ancora sul cruscotto la spia gialla della trazione 4×4 inserita, un vero e proprio miracolo a detta di alcuni Pandisti! La frizione per fortuna si comporta bene e l’elettroventola è quasi sempre accesa per via del piccolo radiatore di serie, specie sulla primissima serie. Onde evitare possibili surriscaldamenti, soprattutto d’estate, qualcuno decide di cablare una seconda ventola d’aiuto alla prima da tenere sempre accesa su certe salite lunghe e molto pendenti. Il raggio di sterzata è più che soddisfacente e il volante non trasmette grandi contraccolpi alle braccia. Alcuni tratti si possono affrontare solo in prima, che è più corta rispetto alle Panda a due ruote motrici, praticamente un “primino” (tant’è che di norma nel traffico si parte in seconda).

Ben protetta sotto

Ogni tanto si tocca sotto, per fortuna però Fiat ha pensato ad un telaietto di protezione della coppa dell’olio che conferisce anche la dovuta rigidità e precisione all’avantreno, nonché a protezioni metalliche dei giunti dell’albero di trasmissione, che è diviso in tre segmenti. In alcuni tratti particolarmente accidentati sconvolge sapere di essere a bordo di una semplice utilitaria e di potersi arrampicare con la motricità di un Defender. La temperatura dell’acqua per fortuna non sale e l’ago supera al massimo di una tacca la metà della scala, tutto nella norma. Dopo una sosta, la Panda 4×4 Alpin in quota stenta a ripartire, ma alla fine ce la fa. Discesa e poi di nuovo salita, ancora più dura della prima. La pendenza è fortissima e si balla parecchio per via del terreno sassoso molto accidentato. A un certo punto la vecchia Panda Alpin, nel bel mezzo della salita e con la temperatura dell’acqua perfettamente a metà, non ne vuole più sapere di ripartire. In quel punto non si riusciva a stare in piedi fuori dall’auto per la pendenza. Panico. “No problem”, bisogna conoscere bene i “vizi” della Panda. Tiriamo fuori l’attrezzatura, smontiamo il filtro dell’aria collegato al carburatore, riempiamo i polmoni, e via a soffiare sugli spilli e i getti del carburatore, tutto risolto. La Panda riparte all’istante e, per non correre il rischio che si spenga di nuovo, spingiamo a tutto gas, dimenticando persino di reinserire la trazione integrale. Incredibile, l’auto per un bel tratto di sconnesso procede pure con la sola trazione anteriore. Da quel momento, la Panda non dà più noie. Morale della favola, il problema più grave riscontrato è la sporcizia trasmessa dal serbatoio al carburatore, quella stessa sporcizia che aveva impedito, dopo i continui scossoni, di ripartire con mezzo giro di chiave dopo la pausa. Cala il buio e a voler essere onesti, un altro punto debole della vecchia Panda è rappresentato dai fanali, che illuminano poco.

Affidabilità, saperne di più

La prima generazione della Panda 4×4 è caratterizzata da un livello di affidabilità complessivo molto buono. E, come detto, gli esemplari prodotti tra il 1983 e il 1985 sono in assoluto i più affidabili a livello di meccanica. Trattandosi di vetture che hanno parecchi anni sulle spalle, e spesso sono state utilizzate senza risparmio in fuoristrada, è bene controllare che la ruggine non abbia compromesso la carrozzeria a livello del pianale, dei sottoporta, della zona tra parafanghi e portiere e dell’area, sotto il paraurti anteriore, dove si trova l’attacco dei tiranti delle sospensioni, in cui di solito ristagna dell’acqua. Sempre a livello di carrozzeria, un difetto abbastanza diffuso è la formazione di crepe sui montanti centrali, alla base dei finestrini posteriori. Sugli esemplari sfruttati in fuoristrada bisogna verificare la presenza di probabili giochi delle testine di sospensioni anteriori e sterzo. Il principale problema che si può verificare a livello meccanico deriva dalla rottura, abbastanza frequente, delle cuffie dei semiassi lato cambio: la conseguente perdita di olio può portare a rovinare il cambio in breve tempo (l’inconveniente è reso più frequente oggi per via della minore qualità delle cuffie di ricambio). La trasmissione presenta un solo vero punto debole, la crociera sul differenziale posteriore, che non è molto longeva. I due giunti omocinetici presenti sull’albero di trasmissione (uno in uscita dal cambio, l’altro centrale) durano a lungo, ma è sempre bene verificare che abbiano ancora grasso fresco, e nel caso rinnovarlo. Il motore da 965 cc, con distribuzione a catena, è molto robusto e non dà grosse noie: le principali sono la rapida usura delle puntine dello spinterogeno e il malfunzionamento del sistema di aria automatica del carburatore. Ogni 30.000 km, inoltre, richiede la registrazione delle valvole. Il 1.0 Fire soffre di malfunzionamenti del modulo amplificatore dello spinterogeno e, insieme al successivo 1.1, tende a “bruciare” la guarnizione della testata molto più spesso rispetto al 965 cc. Il 1.1 Fire a iniezione elettronica single point è stato prodotto in due versioni: inizialmente con spinterogeno (impianto Bosch), dove si segnala solo qualche noia data dal motorino del minimo, e poi con bobine (Magneti Marelli). Proprio le bobine non di rado si guastano causando irregolarità di funzionamento. L’ultima versione del 1.1 Fire, con iniezione multipoint, vanta una buona affidabilità, grazie soprattutto alla guarnizione della testata in metallo che ha ridotto drasticamente il problema delle “bruciature”. Su tutti i Fire, inoltre, la pompa dell’acqua non dura molto (è bene sostituirla quando si cambia la cinghia della distribuzione, ogni 60.000 km) e spesso si rompe il rubinetto.

L’evoluzione della specie

• Giugno 1983: la Panda 4×4 viene presentata ufficialmente e commercializzata a luglio. Il motore è solo uno, il 1.0 a benzina da 48 CV (3 CV in più rispetto alla Panda 45).

• Gennaio 1986: entra in listino la gamma rinnovata che, compresa la 4×4, adotta il nuovo motore 1.0 Fire da 50 CV e si caratterizza per un moderato restyling estetico: il muso è leggermente più spiovente, i fari e i fascioni paraurti sono inediti, i parafanghi posteriori sono ridisegnati.

• Fine 1986: in listino si aggiunge l’allestimento Sisley.

• Settembre 1989: in listino si aggiunge l’allestimento Europa (44 CV).

• Febbraio 1990: in listino si aggiunge la motorizzazione 1.0 a iniezione elettronica (50 CV) nell’allestimento Europa.

• Ottobre 1990: l’allestimento base è ora denominato Trekking.

• Dicembre 1990: le versioni diventano 1.0 Trekking e Sisley 2 (50 CV) e la 1.0 i.e. cat Europa Trekking (45 CV).

• Giugno 1991: esce dal listino la Sisley 2.

• Ottobre 1991: le versioni diventano 1.0 Trekking e CLX e 1.0 i.e. cat Europa Trekking e Europa CLX.

• Febbraio 1992: le versioni diventano 1.0 Trekking e CLX e 1.0 i.e. cat Trekking e CLX.

• Aprile 1992: in listino si aggiunge la nuova motorizzazione 1.1 i.e. cat (50 CV), disponibile negli allestimenti Trekking e Country Club.

• Giugno 1992: escono dal listino le 1.0 catalizzate e non, e rimangono le 1.1 Trekking e Country Club.

• Novembre 1995: l’allestimento base non è più denominato Trekking.

• Agosto 1998: entra in listino la nuova gamma Panda. La 4×4 rimane nel solo allestimento Trekking.

• Maggio 2002: in listino si aggiunge l’allestimento Climbing.

• Settembre 2003: termina la produzione della Panda prima serie; in listino si affianca la Nuova Panda. La prima serie rimane comunque in listino fino ad aprile 2004.

Scheda tecnica Fiat Panda 4×4 prima serie (1983-1986)

MOTORE

Benzina, 965 cc, 4 cilindri in linea trasversale, raffreddato a liquido, 48 CV a 5600 giri/min.

TRASMISSIONE

5 marce sincronizzate + RM, trazione anteriore, posteriore inseribile in movimento

SOSPENSIONI

Anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido e balestra

LUNGHEZZA

339 cm

LARGHEZZA

148 cm

ALTEZZA

147 cm

PASSO

217 cm

ALTEZZA MIN. DAL SUOLO A PIENO CARICO

18 cm

MASSA IN ORDINE DI MARCIA

740 kg

MASSA RIMORCHIABILE MAX

800 kg

VELOCITÀ MASSIMA

135 km/h

ACCELERAZIONE 0-100 KM/H

18,2 secondi

SERBATOIO CARBURANTE

35 litri

CONSUMI

Urbano 8 litri/100 km

Extraurbano 6 litri/100 km

Misto 7 litri/100 km

CARROZZERIA

Due volumi, 3 porte, 5 posti

CAPACITÀ BAGAGLIAIO

272/1.088 litri

Due mosche bianche: Panda 4×4 Alpin e Nuova Panda 4×4

Tra gli esemplari prodotti fino a tutto il 1985, quelli che rappresentano una vera e propria forma d’investimento sono le rare Panda 4×4 Alpin e Nuova Panda 4×4. La prima, di colorazione rigorosamente verde Alpin, si contraddistingue per le fasce adesive laterali con, alla fine, la scritta 4×4 Alpin, il bull bar e le protezioni metalliche dei fari anteriore e posteriore, il doppio tetto apribile in tela, il gancio di traino. La Nuova Panda 4×4, modello di transizione verso il restyling, è stata invece prodotta in 5.000 esemplari solo per qualche mese, da ottobre 1985 a gennaio 1986, quando è stata definitivamente sostituita dalla serie successiva. La Nuova Panda 4×4 si distingue dalle altre per la carrozzeria bicolore con tetto e parte del portellone neri, le fasce adesive lungo le fiancate, il bull bar anteriore con fanali tondi di profondità, le barre portapacchi cromate sul tetto, gli interni personalizzati a livello di stoffe di sedili, pannelli porta e cruscotto. Questi due allestimenti, se hanno fatto pochi chilometri (massimo 80.000), sono perfettamente conservati o integralmente restaurati con soli pezzi originali e, soprattutto, sono senza impianto GPL possono raggiungere quotazioni anche di oltre 12.000 euro.

Immatricolazione auto storica… qualche consiglio per risolvere le “pratiche complicate”

In un contesto che è sempre meno nazionale e più internazionale, può capitare facilmente ormai acquistare (o vendere) un’auto oltre confine. Ecco tutto quello che c’è da sapere per nazionalizzare un veicolo in modo sicuro, facendo il punto con l’aiuto di uno che se ne intende, Massimiliano Luinetti.

Esperienza e preparazione


Ci sono certe pratiche automobilistiche che spaventano sempre un po’, più che altro per il percorso farraginoso o per l’incertezza dell’esito che si potrebbe ottenere come “autodidatti”. Per esempio, immatricolare un veicolo storico acquistato all’estero o, viceversa, vendere un veicolo all’estero, esige un minimo di esperienza e preparazione.

Il veicolo storico deve avere almeno vent’anni per essere immatricolato


La cosa più importante è che il veicolo abbia almeno vent’anni di costruzione per essere immatricolato. Poco importa la provenienza, europea o extra-europea, e paradossalmente persino la documentazione del veicolo non è così fondamentale (a patto che, se presente, sia in regola), perché praticamente si può immatricolare tutto (o quasi), se in perfetta efficienza e in regola col Codice della Strada vigente.

Attenzione alle auto con meno di vent’anni

Attenzione però, prima di affrontare un passo nell’acquisto di un veicolo storico all’estero, sarebbe sempre bene confrontarsi con la propria persona o agenzia di fiducia, basta uno squillo dopo tutto. Se per esempio si va in vacanza negli USA e ci si invaghisce di una Jeep Wrangler del 2005, sarà in questo caso impossibile immatricolarla come veicolo d’interesse storico in Italia, per via dell’età e perché deve
rispettare le norme antinquinamento
.

Se il veicolo storico è europeo è più facile immatricolarlo

Se il veicolo storico proviene da Paese Europeo, è sicuramente più facile la nazionalizzazione perché i documenti presenti sono bene o male standardizzati con quelli Italiani. Se il veicolo storico proviene dagli USA o dalla Svizzera, sarà solo leggermente più complesso immatricolarlo e quanto meno potrebbero servire i documenti di sdoganamento e un atto di vendita autenticato nel luogo d’acquisto.

Ogni auto storica fa caso a sé

Ogni auto storica comunque fa caso a sé: ogni pratica deve essere studiata e condivisa per mirare a raggiungere l’esito positivo, ovvero ottenere le targhe. Importante per procedere è poi che il titolare dell’autoveicolo storico acquistato sia iscritto ad almeno uno dei cinque enti storici riconosciuti dal Codice della Strada, ovvero ASI, Registro Storico Fiat, Alfa Romeo, Lancia e FMI per le moto.

Occhio alle auto modificate

Occhio alle auto non originali. Nel campo delle fuoristrada, in particolare, bisogna stare attenti ai “taroccamenti” cui di solito questi veicoli vengono sottoposti. Occhio quindi in fase di acquisto: le modifiche non sono mai gradite agli ingegneri della motorizzazione e più che altro il numero di telaio deve riferirsi assolutamente a quel tipo di motore: se una Jeep Renegade prevede per esempio un motore 5.0 per capirsi, sarà impossibile nazionalizzarla se sotto il cofano vi è un 6.0 o un Diesel.

Tracciabilità di provenienza e dispositivi di sicurezza a norma Europea (E)

Poi si consiglia sempre di conservare un minimo di tracciabilità, ovvero sapere almeno da chi è stato acquistato, in mancanza di documenti. Una volta in Italia, per essere immatricolata l’auto va adeguata agli standard italiani, quindi presenza di frecce laterali e frecce non rosse posteriori se proveniente dagli USA, tanto per capirsi. Per quel che riguarda le cinture di sicurezza, l’importante è che siano di tipo omologato e lo stesso vale per l’illuminazione e tutti i principali sistemi di sicurezza. Per quanto riguarda le cinture di sicurezza, prima del 1977 non erano obbligatorie, dopo il 1977 invece si. Insomma, tutti i dispositivi presenti devono essere omologati.

Se è prima del 1960…

Lo “scoglio” più importante è l’anno di immatricolazione del veicolo. L’anno di spartizione è il 1960. Se il veicolo è stato immatricolato prima del 1960, entra in gioco il CPA, ovvero il Centro Prove Autoveicoli. Rispetto al consueto collaudo in motorizzazione che può essere effettuato per le auto con prima immatricolazione dal 1960 in poi, questo è solo un po’ più complicato, più che altro perché il veicolo deve essere trasportato in un apposito luogo dove poter eseguire tutte le prove specifiche del caso. Per questo tipo di collaudo, è competente il CPA della provincia.


All’atto pratico…

I tempi per immatricolare un veicolo storico estero in Italia possono variare da circa 2 a 6 mesi, a seconda della complessità del singolo caso. Difficile e delicato parlare di costi, poiché ogni agenzia fa caso a sé e in termini di libero mercato ognuno può richiedere la cifra che ritiene opportuna per la propria prestazione professionale. In linea di massima, si può partire da un minimo di 500 euro in su per un servizio base base: per esempio, il titolare del veicolo storico da immatricolare prepara tutta la documentazione che serve per poi consegnarla all’agenzia che pensa solo alla pratica di immatricolazione, senza seguire il cliente in sede di collaudo o qualsivoglia altra attività.

Tra venti e trent’anni si paga l’IPT

Con questa ipotetica cifra minima, in altri termini, l’agenzia fa meramente da “passacarte”. Poi c’è da considerare l’età del veicolo. Se la vettura è ultra-trentennale, si usufruisce di agevolazioni fiscali ben più interessanti di quelle che si possono ottenere con un veicolo di età compresa tra venti e trenta anni. In quest’ultimo caso, infatti, l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) si calcola in base alla potenza effettiva del veicolo, proprio come nel caso di un passaggio di proprietà di una qualsiasi autovettura non storica.

In fase di collaudo, il veicolo deve funzionare “come da nuovo”

In fase di collaudo, il veicolo non solo deve essere in perfetta regola con il Codice della Strada vigente, ma anche in stato di perfetta efficienza e sicurezza di marcia a livello di meccanica e carrozzeria. Insomma, proprio come in sede di revisione, meglio si presenta, più è facile superare le prove tecniche eseguite dagli ingegneri preposti. Per eseguire questo tipo di pratiche, si consiglia sempre di rivolgersi a un’agenzia che si occupi espressamente di veicoli storici, più che altro per un motivo d’esperienza. Non tutte le agenzie sanno occuparsi di queste particolari pratiche.

Le limitazioni

Per essere guidati con patente B, le auto storiche da immatricolare non devono superare 35 quintali a pieno carico e, qualora previsti dall’origine, non possono trasportare più di 9 passeggeri compreso il conducente. Per esempio uno Steyr Puch Pinzgauer nasce con 10 o 14 posti, ma se si vuole rientrare nei limiti della patente B, bisogna omologarlo per forza 9 posti al massimo. Se il veicolo storico acquistato all’estero era omologato autocarro, lo si può riportare facilmente autovettura, se qui in Italia è previsto che esistesse in tale configurazione. Tutto dipende da cosa prevede il Certificato di Rilevanza Storica e comunque per le casistiche particolari è sempre bene confrontarsi con la propria agenzia di fiducia.

Accessori aggiuntivi

In caso si vogliano omologare accessori aggiuntivi, come per esempio il gancio di traino, anche in questo caso dipende molto dal Certificato di Rilevanza Storica o dalla documentazione estera in possesso. Nell’eventualità, l’accessorio come il gancio di traino si può installare sempre successivamente. Pneumatici: volendo è possibile omologare anche più di una misura. Per una sicura nazionalizzazione del veicolo, vale infine sempre il principio di rispettare scrupolosamente le caratteristiche base del veicolo.

Vendita all’estero


Cosa succede se invece bisogna vendere la propria auto d’epoca all’estero? Purtroppo la procedura di radiazione per esportazione si è un po’ complicata a partire dal 2014. Questa non può più essere eseguita subito prima della vendita del veicolo in Italia, poiché ora bisogna dimostrare che il veicolo venduto sia stato prima immatricolato all’estero. Non solo, ora l’autovettura che deve essere venduta all’estero deve presentare sul libretto una revisione di al massimo 6 mesi, altrimenti il problema si può aggirare con la perdita di possesso delle targhe. Quindi, di fatto, bisogna cedere i documenti originali del veicolo all’acquirente straniero, sulla fiducia. Poi sarà sua cura, una volta immatricolato il veicolo, spedire indietro la dimostrazione di avvenuta pratica, per permettere al venditore di radiare le targhe italiane. Se invece il veicolo viene esportato in Paese extra-comunitario, è sufficiente copia dello sdoganamento per eseguire la cancellazione qui in Italia.


Informazioni: chi è Massimiliano Luinetti, colui che sa come muoversi…

Massimiliano Luinetti è il titolare dell’Agenzia di pratiche automobilistiche “Nero su Bianco”, situata a Cesate in Via Trieste 24, CAP 20020, tel. 02 99065184, mobile 339-8084835. Da vero appassionato di auto storiche quale è, Max ha cominciato l’attività un po’ per gioco nel 2000, quando da solo è riuscito a reimmatricolare una Steyr Puch Haflinger demolita di un suo vicino di casa. Nessuna agenzia a cui si era rivolto voleva reimmatricolare questa vettura, nonostante lui avesse speso un patrimonio per renderla perfettamente efficiente. Quindi ha perso giornate in ufficio per raccogliere tutta la documentazione possibile per poi presentarsi al collaudo, superarlo e scegliere addirittura la targa personalizzata per il proprio mezzo (bastava saper attendere…). Una volta immatricolata, ha pensato che dopo tutto non sarebbe stato un brutto lavoro, poiché “in fin dei conti sei in contatto con veicoli belli e particolari”. Così, Max ha deciso di aprire l’agenzia “Nero su Bianco” per… pratiche complicate.

ATTENZIONE, ASTA RINVIATA Artcurial 2 maggio 2020: in asta la particolare collezione di André Trigano

In concomitanza con l’ultimo giorno di asta in Usa di RM Sotheby’s relativa a La Collezione Elkhart, sul versante europeo la casa d’aste francese Artcurial tiene il prossimo 2 maggio 2020 a partire dalle 14 di pomeriggio un’altra importante asta relativa a una collezione privata, quella di André Trigano. Ci sono parecchi interessanti lotti unici e particolari, tutti senza riserva e con stime decisamente “convenienti”. Naturalmente tutte le auto in asta hanno un bel loro perché, ma noi preferiamo fare una selezione delle auto più accessibili e che in qualche modo possono risultare anche una vera e propria forma di investimento.

Lotto 16 1968 HONDA MONKEY Z50M stima 1000-2000 euro

L’Honda Monkey, come ben si vede, non è un’auto certamente, ma un motorino che ha una larga cerchia di appassionati, per questo conviene seriamente valutarne l’acquisto. Sostituendo la CZ100 del 1967, la Monkey Z50M offriva un manubrio pieghevole e una sella retrattile, ma soprattutto un nuovo motore da 49 cc con albero a camme in testa. Questo esemplare è in condizioni assolutamente originali, e visualizza solo 465 km percorsi sul tachimetro! Il suo motore non è bloccato. 

Lotto 103 1954 Panhard Junior X87 Cabriolet stima 15000-20000 euro

Questa Dyna Junior è una rara versione cabriolet. Si distingue dalla roadster per le maniglie delle portiere esterne, i finestrini sinuosi e il “parabrezza” più piccolo. Il modello X87 aveva il più potente motore da 851cc. André Trigano afferma di aver acquistato questa macchina dal suo primo proprietario. Il chilometraggio era basso e originale fin dall’acquisto. L’auto da allora è stata solo revisionata. La sua vernice blu notte rifatta ha un bell’aspetto e si abbina perfettamente con gli splendidi interni in similpelle rossa. Il contachilometri ora mostra 9635 km. Si nota solo che nel parafiamma manca la targhetta del produttore. 

Lotto 131 1952 Jeep Willys Tipo MB stima 3000-5000 euro

Non sarà la più bella Jeep sul mercato e forse neanche la più corretta. Inoltre non ha i documenti. Però la stima è interessante per un pezzo come questo. Questa vettura infatti è completa e ha beneficiato di una ristrutturazione amatoriale. Il suo corpo porta tracce di vecchie riparazioni. Il rivestimento e il telone sono usurati. Dopo una verifica completa, troverà il suo posto in una seconda casa di campagna. 

Lotto 132 1968 Land Rover Series II A 88 ‘Hardtop’ stima 20000-30000 euro


La Land Rover qui presentata appartiene alla serie IIA e si basa su telaio a passo corto. Alimentato dal motore a benzina da 2.3 litri, la sua carrozzeria corrisponde al modello Hardtop, in quanto il tetto è rimovibile. Fu acquistata nuova da André Trigano nel settembre 1968 per poter muoversi facilmente nella sua fattoria. E’ stata guidata pochissimo e non ha subito i danni del tempo. Originariamente era verde scuro, ma poi è stata ridipinta nella sua attuale colorazione durante un vasto rinnovamento di cui ha beneficiato dieci anni fa. Le sue condizioni sono eccellenti oggi e i 40.556 km sono originali. Questa versione è dotata di due sedili pieghevoli sul retro. 

Lotto 134 1956 Furgone Solyto New-Map TC7 stima 500-1000 euro

Per chi ama i minuscoli veicoli commerciali da lavoro, non può lasciarsi sfuggire con questa stima il piccolo Solyto. La società SOLYTO (SOciété LYonnaise de TOlerie) offriva questo piccolo veicolo utilitario a 3 ruote, distribuito dalla controllata New-Map. Questo esemplare fu acquistato da André Trigano nel 1989. In condizioni originali, ad eccezione del cablaggio elettrico, questo divertente veicolo costituisce un formidabile progetto di restauro. 

Lotto 143 1957 Renault Juvaquatre Dauphinoise stima 4000-6000 euro

La famosa Renault Juvaquatre Dauphinoise è stata impiegata in molti mestieri negli anni ’50 e ’60. Questo esemplare ha subito un restauro della carrozzeria. L’interno è stato ben conservato e il cruscotto è impreziosito da un vaso! Questo modello ha ovviamente evitato il pesante uso che ha subito la maggior parte degli esemplari di questo modello. 

Lotto 145 1967 Renault 4 Arman stima 30000-60000 euro

Nel 1967, la rivista Réalités organizzò un evento eccezionale a beneficio della Fondazione francese per la ricerca medica. Aveva chiesto a cinque artisti di personalizzare cinque auto fornite da cinque importanti produttori, prima di venderle a beneficienza della Fondazione: una Daf per Carlos Cruz-Diez, una Simca 1000 per Agam (Yaacov Gibstein), una Opel Kadett per Victor Vasarely , una Matra 530 per Sonia Delaunay e una Renault 4 per Arman (Armand Fernandez). Arman (1928-2005) ha scelto di ricoprire la Renault 4 con disegni di… Renault 4. L’auto praticamente non è stata mai guidata, con 875 km e quindi è in perfette condizioni. 

Lot 183 Circa 1970 Caravane Trigano 315 T stima 500-1000 euro

Costruita da SEMM (Sud Aviation) in collaborazione con Trigano, la 315T (3 posti) veniva proposta a un prezzo inferiore a 5000 franchi, con l’obiettivo di democratizzare l’accesso al caravaning. Saranno prodotte solo poche centinaia di unità, perché la cura nella sua costruzione ha reso l’operazione non redditizia. Questo esemplare è stato ridipinto e ha il suo interno originale, anni Settanta deliziosamente conservato

Lotto 185 1953 Ford Bee Break stima 1000-3000 euro

La Ford Abeille è un’affascinante versione commerciale della Ford Vedette. Il modello in vendita è un veicolo familiare estremamente raro, immatricolato nel 1953 ad Ariège. Apparteneva a un contadino di Mazères. In discrete condizioni generali, fornisce una buona base di restauro per questo raro modello. 

Lotto 234 1976 Chevrolet Blazer Cheyenne K5 350ci stima 20000-30000 euro

Il Blazer K5 è un veicolo 4×4 sportivo. L’esemplare qui presentato fa parte della seconda generazione. È dotato di uno dei motori più potenti della gamma, il V8 350 ci. Il suo hard-top rimovibile potrebbe rapidamente trasformare il fuoristrada chiuso in un pick-up. Questo K5 è poi davvero eccezionale poiché è stato acquistato nuovo da André Trigano nel 1976 da Jean-Charles Auto, a Parigi, e da allora ha percorso solo 2.892 miglia! Risulta quindi in uno stato eccezionale di conservazione. Colore “blu Catalina” con hard top bianco, ha molte opzioni come vetri oscurati, sistema di controllo automatico della velocità, cerchi da rally, antenna radio integrata nel parabrezza e aria condizionata

RINVIATA AL 23-24 OTTOBRE 2020: RM Sotheby’s, le fantastiche auto de “La Collezione Elkhart”

Una fantastica asta quella che si terrà in Indiana (USA) non più il primo e il 2 maggio 2020, ma rinviata al 23 e 24 ottobre 2020 per Covid-19, alla quale converrà collegarsi viste le giornate di festa. Si contano oltre 230 incredibili e singolari pezzi, tra cui auto, moto, truck e rimorchi, più un impressionante collezione di memorabilia. Frutto di decenni di raccolta mirata, la collezione Elkhart, offerta quasi interamente senza riserva, comprende i marchi e i modelli più eccezionali della storia automobilistica. La gamma è ampia e altamente selezionata, dalle auto sportive britanniche e italiane alle microcar, grandi classiche, supercar, moderne auto sportive, cabriolet anni ’50 e altre icone della storia dell’automobilismo. Le informazioni complete su ogni offerta di auto e memorabilia saranno disponibili su rmsothebys.com molto presto. Ecco qui una selezione in ordine alfabetico di ciò che porteremmo in box in base alle nostre più (accessibili) preferenze.

1968 M274 A5 ½-Ton 4 × 4 ‘Mule’

Un pezzo di storia tra i veicoli militari, oltre che estremamente singolare, è il cosiddetto “Mulo”, un mezzo da collezione che veniva utilizzato persino tra le strette strade alpine per eseguire eventuali rifornimenti in zone inaccessibili. Il veicolo qui proposto ha le seguenti caratteristiche:

  • Motore a due cilindri Continental-Hercules
  • Cambio manuale a tre velocità
  • Trasmissione a quattro ruote motrici
  • Designato per essere utilizzato dal Corpo dei Marines degli Stati Uniti
  • Consegnato nuovo nel novembre 1968
  • Bellissimo esempio finito in Olive Drab Green
  • Fattura di vendita, come documentazione

1963 American Motors M422A1 Mighty-Mite

Un altro pezzo da alto collezionismo di mezzi militari è sicuramente questa American Motors M422A1 Mighty-Mite, un mezzo assolutamente da comprare poiché risulta comunque anche un vero e proprio investimento che, a fronte di un eventuale decisione di rivendita, troverà prestissimo un nuovo acquirente. Ecco le principali caratteristiche:

  • Motore V-4 da 55 CV
  • Cambio manuale a quattro marce
  • Trasmissione a quattro ruote motrici
  • Fuoristrada militare costruita per il corpo dei Marines
  • Fattura di vendita, come documentazione

1966 Amphicar 770

Colore fantastico per questa amata e desiderata auto anfibia Amphicar. Una vettura assolutamente originale che, grazie alle sue eliche, può tranquillamente nuotare in acqua. Un pezzo da collezione che non dovrebbe assolutamente mancare nella propria e che è anche un investimento senza scadenza, anzi… Ecco le caratteristiche:

  • Un grande classico anfibio – praticamente una vera e propria auto/barca con cui divertirsi
  • Splendido restauro di alta qualità
  • Alimentato dal motore a quattro cilindri Triumph
  • Offerto con il manuale del proprietario corretto
  • Uno dei migliori esemplari disponibili

2014 Argo Frontier 650 8 × 8

Interessante veicolo 8×8 ruote motrici, anch’esso anfibio come il precedente. Diversamente dall’Amphicar però, questo Argo Frontier 650 non è altrettanto versatile nell’impiego, per cui lo si può utilizzare come mezzo ludico se si si ha nella propria tenuta terreno a volontà e un laghetto, oppure munirsi di carrello per portarselo e provarlo nel fuoristrada più accessibile o sulla neve. Ecco le caratteristiche:

  • Motore V-Twin Briggs & Stratton Vanguard da 23 CV, 627 cc
  • Marcia avanti, folle e retromarcia
  • In grado di trasportare sei passeggeri su terra e quattro in acqua
  • Dotato di verricello Warn
  • Veicolo fuoristrada anfibio dalle grandi capacità
  • Veicolo dotato di fattura di vendita a livello di documentazione

1957 BMW Isetta 300

Un’amorevole BMW Isetta 300 nel bellissimo colore rosso e con la doppia ruota posteriore invece che singola per una migliore stabilità. Praticamente è l’Isetta più desiderabile. Ecco le caratteristiche:

  • Esemplare con finestra scorrevole e tetto apribile di fabbrica
  • Modello originale consegnato negli Stati Uniti con il più potente motore 300
  • Ben restaurato con colori molto appropriati
  • Vincitore del premio AACA First Junior e Greenwich Concours
  • Esposto al New York International Auto Show nel 2011

1959 Borgward Isabella TS

Una vettura molto desiderata e ben riuscita è la Borgward Isabella TS, completa di tutti i suoi manuali e con gli interni bicolore. Ecco le principali caratteristiche:

  • Motore a quattro cilindri in linea OHV da 1.493 cc
  • Cambio manuale
  • Venduto nuovo da Fergus Imported Cars di New York
  • Interni a due toni, dotazione completa di radio a transistor
  • Book completo di Frederick A. Marks che documenta la manutenzione dal 1961 al 1968
  • Completa di istruzioni per l’uso e manuale di servizio

1963 Citroën 2CV Sahara

La Citroën 2CV più interessante che ci sia è proprio questa Sahara per le sue particolarità, come la trazione integrale inseribile attivabile attraverso l’inserimento dei due motori sui due assali, quello anteriore e quello posteriore. Restaurata completamente, è godibilissima alla guida anche d’estate, grazie al suo tetto apribile. Si tratta di un’auto molto ambita e ricercata. Qui si possono leggere le sue caratteristiche.

1948 Crosley CC Four “Happy Wagon”

Fantastica replica di una delle Crosley più simpatiche questa Happy Wagon! Non può mancare nelle più importanti collezioni di auto particolari e microcar. Ecco le sue caratteristiche:

  • Replica di una delle 12 usate nel periodo da Mr. Happy di Erie, in Pennsylvania
  • Costruita scrupolosamente usando i motivi di un esemplare originale
  • Condizioni belle e ben dettagliate
  • Dotata di congelatori, palette per gelato, campane e persino dell’uniforme
  • Perfetta per portare prelibatezze congelate ai party più significativi

1959 Cushman Truckster

Questo Cushman è un mezzo molto particolare e per certi versi collezionabile dai più fanatici conoscitori del cinema horror d’epoca. Infatti un mezzo come questo è guidato dal postino all’inizio del film di Spider Baby, il capostipite di tutti i film horror relativi alle più “squinternate” famiglie americane. Ecco le principali caratteristiche:

  • Restauro ben fatto e mantenuto con colori classici
  • Mostra 589 miglia dal restauro
  • Presentazione affascinante con caratteristiche corrette
  • Ideale per mostrare o pubblicizzare la propria attività

1960 FMR Tg 500 ‘Tiger’

Niente meno che una rarissima FMR TG 500 Tiger, ovvero la mitica Messerschmitt a 4 ruote invece che 3, come nel caso della KR200, molto ambita dai collezionisti. Ecco le principali caratteristiche:

  • La microcar vintage per eccellenza e di maggior valore
  • Tra le microcar più veloci mai costruite, capace di 78 mph
  • Uno dei circa 150 esemplari sopravvissuti conosciuti
  • Presentata in condizioni generali piacevoli

1967 Ford Bronco

Uno dei mitici 4×4 americani compatto e fruibile e dalli stile inconfondibile. Questo è il Ford Bronco. Ecco le caratteristiche:

  • Alimentato da un 289 cu. in. motore V8
  • Cambio manuale a tre marce
  • Dotato di trazione integrale; mozzi anteriori liberi
  • Splendido esempio restaurato e rifinito in una combinazione bicolore
  • Dotato di pomello “suicida” olandese Von sul volante
  • Dotato del manuale del proprietario

1958 Goggomobil TL-250 Transporter “Dubble Bubble”

Eccola qui la mitica Goggomobil TL-250 Transporter Dubble Bubble, ex-collezione Bruce Weiner. Un van dal fascino indiscusso che può raggiungere quotazioni da capogiro, ma che al momento di un’eventuale rivendita sarà sempre un assegno circolare, come tutte le auto fin qui selezionate. Ecco le caratteristiche:

  • Precedentemente appartenuta al museo della microcar di Bruce Weiner
  • Esempio molto raro di “Glas postale”
  • Motore bicilindrico Glas da 14 CV, 245 cc
  • Restauro di alta qualità e ben mantenuto
  • Rifinito con affascinante livrea Dubble Bubble

1966 Honda S600 Convertible

Le Honda della Serie S degli anni ’60 sono dei veri e propri miti ultra compatte dal temperamento sportivo, grazie ai loro motori da 9000 RPM e al loro assetto basso. Questa è una cabrio, molto leggera, trazione posteriore, maneggevole, divertentissima da guidare. Ecco le caratteristiche:

  • Motore a quattro cilindri in linea con quattro carburatori Keihin
  • Cambio manuale a quattro velocità
  • Dotata di volante con bordo in legno, auto radio e strumentazione Denso
  • Ritenuta una delle sole 111 convertibili prodotte nel 1966

1966 Coupé Honda S600 progetto di restauro

OK, questa affascinante e coinvolgente Honda S600 Coupé non è terminata nel suo restauro, ma rimane sempre un mito indiscusso che fa tornare il sorriso quando la si guida, grazie alle sue prestazioni e alla sua immediatezza di risposta per la sua compattezza. Ecco le principali caratteristiche:

  • Motore a quattro cilindri in linea da 57 CV, 606 cc
  • Mantiene il motore con i numeri corrispondenti
  • Rifinito in bella tonalità blu
  • Presenta il volante con bordo in legno corretto
  • Include gran parte del rivestimento e degli interni
  • Un candidato eccellente per completare il restauro

1972 Honda Z600 Coupé

Minuscola city-car giapponese a quattro posti con il cambio a una spanna dal volante, questa Honda Z600 Coupé è semplicemente deliziosa da guidare e assaporare, oltre che da vedere. Non passa inosservata e ha carattere da vendere. Ecco le caratteristiche:

  • Motore bicilindrico raffreddato ad aria SOHC da 598 cc
  • Cambio manuale a quattro velocità; dotato di freno a disco
  • Beneficiaria di un restauro di alta qualità
  • Rifinito in accattivante arancione su interno nero

1957 Iso Isettacarro

Non si trova tutti i giorni un’ambitissima Iso Isettacarro del 1957, tra l’altro in questa affascinante colorazione blu. Appartenuta a Bruce Weiner, bisogna acquistarla. Ecco le caratteristiche:

  • Insolito pickup Isetta
  • Precedentemente del museo delle microcar di Bruce Weiner
  • Modello consegnato in Spagna, prodotto su licenza a Madrid
  • Ancora in gran parte originale e ben conservata, compreso il volante originale
  • Contenitore di carico in legno di ottima fattura
  • Il pickup truck più carino che si possa immaginare!

1950 Land Rover Serie I SWB “Car Zero”

Prima Land Rover prima serie restaurata direttamente da casa madre. Un pezzo da collezione per chi adora i fuoristrada e ha un debole per il british style. Sicuramente è una fuoristrada da acquistare per l’elevata cura del dettaglio. Ecco le caratteristiche:

  • Veicolo spettacolare originale rinato da Land Rover Reborn con 126 km all’attivo dal restauro
  • Restaurato dalla fabbrica di Solihull al suo splendore originale
  • Completamente e autenticamente finita in ogni dettaglio

1960 Lloyd LS 600 Kombi “Pan Am”

Ambitissimo Lloyd (Gruppo Borgward) LS 600 Kombi Pan Am ex-collezione Bruce Weiner. Un vero e proprio spettacolo assolutamente da prendere in considerazione di acquistarlo. Se non si riuscisse ad accaparrarsi il Goggomobil Transporter giallo poc’anzi descritto, questa è sicuramente una seconda chance. Ecco le caratteristiche:

  • Minibus tedesco molto raro
  • Motore a quattro tempi da 596 cc e trazione anteriore
  • Rifinito con la livrea corretta utilizzata da Pan American World Airways
  • Accompagnato da numerosi materiali e oggetti da collezione Pan Am
  • Un meraviglioso ricordo del viaggio e del tempo libero di Jet Age

1960 Mazda K360

Una rarità per chi ama i minuscoli veicoli da trasporto giapponesi, per giunta a 3 ruote. Ecco questo introvabile Mazda K360 ex-collezione Bruce Weiner tutto da collezionare e che farà bella figura di sé in qualsiasi mostra. Queste sono le principali caratteristiche:

  • Il veicolo commerciale giapponese per antonomasia
  • Precedentemente del museo della microcar di Bruce Weiner
  • Doppi sistemi frenanti meccanici e idraulici indipendenti
  • Un esempio delizioso, raramente visto sulle coste americane
  • Pulito e ben presentato

1967 Mazda Cosmo Sport Series I

Bellissima e filante sportiva Mazda Cosmo Sport Series I con appena 7116 km, auto decisamente difficile da reperire e altamente collezionabile. Fascino fantastico e tanta tecnologia e potenza, grazie anche alla presenza del suo motore Wankel. Ecco le principali caratteristiche:

  • Una delle auto più desiderabili sul mercato attualmente
  • La prima automobile di produzione con un motore Wankel
  • Completamente restaurato in proprietà precedente e ben mantenuta da allora
  • 7.116 km registrati al momento della catalogazione
  • Offerta con manuali e kit di attrezzi con custodia

1955 Messerschmitt KR 175

Una Messerschmitt KR 175 è una rara prima serie molto ambita. Sul piano tecnico, manca la retromarcia. Aldilà di questo è un’auto fantastica da collezionare. Ecco le caratteristiche:

  • Raro esempio di primo modello di microcar Messerschmitt
  • Motore a due tempi raffreddato ad aria monocilindrico Fichtel & Sachs
  • Cambio manuale a quattro velocità
  • Restauro precedente in condizioni presentabili
  • Elegante combinazione di colori
  • Un’aggiunta significativa a qualsiasi collezione di microcar

1958 Messerschmitt KR 201 Roadster

Nonostante l’ampia selezione di Messerschmitt qui presenti, la versione Roadster o Cabrio è sicuramente la più indicata per le calde giornate estive. Vera e propria cattura sguardi, è assolutamente un’auto a 3 ruote tutta da collezionare. Ecco le caratteristiche:

  • Modello di “auto sportiva” Messerschmitt
  • Modello completamente convertibile di produzione limitata della famosa microcar
  • Le caratteristiche speciali includono interni in finta pelle di serpente e finiture interne bianche
  • Condizioni ben restaurate
  • Incredibilmente affascinante

1962 Steyr-Puch Haflinger Series I

Il fuoristrada austriaco per eccellenza è proprio questo, lo Steyr-Puch Haflinger, qui proposto nella prima serie in allestimento militare svizzero a 2 posti. Ben restaurato, è un fuoristrada dalle dimensioni compatte capace di arrampicarsi ovunque, grazie ai bloccaggi dei differenziali. Tra i minuscoli fuoristrada, è senz’altro il migliore in assoluto sotto il profilo tecnico. Ecco le caratteristiche:

  • Motore posteriore boxer a due cilindri da 643 cc raffreddato ad aria
  • Cambio manuale a cinque marce
  • Trazione integrale, bloccaggi differenziali e sospensioni completamente indipendenti

1970 Subaru 360 ‘Police Car’

La Subaru 360 è la prima e più piccola e affascinante Subaru mai prodotta. Risale agli anni ’70 ed è molto ambita, e lo sarà ancora di più in questa versione Police Car. Oltre a questa, è disponibile nella presente asta un’altra Subaru 360 in allestimento “civile”. Ecco le caratteristiche:

  • Deliziosa prima automobile di Subaru
  • Costruzione monoscocca in fibra di vetro
  • Livrea del Ministero dei trasporti della Nuova Zelanda
  • Completo di sirena e barra luminosa

1981 Toyota FJ43 Land Cruiser

La più bella e proporzionata delle Toyota Land Cruiser anni ’70-’80 è sicuramente la “43” per il suo passo intermedio. Affascinante nel colore blu. Una fuoristrada indistruttibile e dall’incredibile fascino che non passerà mai di moda. Ecco le caratteristiche:

  • Restaurato da noti specialisti di FJ
  • Aggiornata con il motore ad iniezione di carburante Toyota 1FZ adeguato
  • Numerosi raffinati aggiornamenti meccanici e modifiche interne
  • Presentazione vintage con prestazioni moderne

1958 Zündapp Janus 250

Microcar fantastica e unica per la sua originalità di progetto, con le sue porte che si aprono davanti e dietro per permettere agli occupanti di accomodarsi sulla panda anteriore o, schiena a schiena, posteriore. Ex-collezione Bruce Weiner, è un vero pezzo di alto collezionismo anche questo, che non bisogna lasciarsi sfuggire. Ecco le caratteristiche:

  • Precedentemente appartenuta al museo di microcar Bruce Weiner
  • Raro design “bifronte”, con porte ad entrambe le estremità
  • Ingegneria avanzata inclusa sospensione indipendente
  • Restauro vecchio ma di alta qualità
  • Motore da 14 CV, 248 cc

Volkswagen Maggiolino e derivati, mon amour

Le Volkswagen Maggiolino, naturalmente quelle non troppo in stato di rottame, continuano a segnare risultati di vendita sempre importanti. Perché piacciono, soprattutto in stato di “barnfind”, ovvero intoccate come ritrovamento da fienile. Basta farsi un giro su Facebook o addirittura sui risultati delle case d’asta, per comprendere quanto interesse attirano e quali risultati possono ottenere.

Caro vecchio classico Maggiolino

Nonostante la loro alta diffusione, molti Maggiolini raggiungono cifre veramente ragguardevoli e non sembra proprio che le quotazioni tendano minimamente a diminuire. I più ricercati sono i Maggiolini “da ricchi”, ovvero i cosiddetti “due vetrini” per il loro lunotto separato, che possono in alcuni casi superare anche quota 80000 euro. I “due vetrini” sono i Maggiolini prodotti fino al 1953, quando vengono sostituiti dagli “ovalini”, sempre per la forma del lunotto posteriore che diventa in un pezzo unico. Tra la fine del 1952 e l’inizio del 1953 è stato prodotto un Maggiolino ricercato soprannominato “Zwitter”, ovvero un modello di transizione tra il “due vetrini” con l’interno e le porte dell’ovalino. La maggior parte di quelli che si trovano sul mercato sono restaurati o riverniciati, ma neanche a doverlo precisare quelli più ricercati sono di prima vernice, possibilmente appartenuti a poche famiglie, o restaurati con tutto ben documentato. Dopo i “due vetrini” e gli “ovalini”, i Maggiolini che valgono di più sono quelli prodotti fino al 1964, che a seconda dello stato possono raggiungere anche 25000 euro. L’importante è lo stato di conservazione, il chilometraggio noto e gli accessori presenti, come la presenza dell’introvabile riscaldatore a benzina Eberspacher presente in qualche esemplare nord europeo (i Maggiolini conservato più belli si trovano nella penisola scandinava). Anche il colore conta molto, come il classico verde, il blu e, per quelli più tardi, il rosso rubino. Molto meno richiesti sono i Maggiolini dal 1964 in poi prodotti in grande numero, fatta eccezione per qualche serie particolare a tiratura limitata, come il 1303 S giallo/nero del 1973 che può valere fino a 50000 euro.

Carissimo vecchio Maggiolino Cabrio e Hebmuller

Ancora più cari dei classici Maggiolini, sono quelli cabrio e soprattutto i rarissimi Hebmuller che, questi ultimi, possono superare 250000 euro di quotazione. Per un cabrio prima serie (1949-1953) in buono stato, si viaggia con quotazioni comprese tra 80000 e 115000 euro, per quelli dal 1954 al 1960 si può raggiungere quota 55000 euro, mentre per quelli dopo si possono sfiorare anche 50000 euro.

I “Maggiolini” militari da capogiro

I primi esemplari di Maggiolini militari veri e non replica, a trovarne, sono un vero e proprio tesoro. I “due vetrini” a 4 ruote motrici militari possono superare 200000 euro di quotazione, ma anche quelli a due ruote motrici non sono da meno. Attualmente le Volkswagen anfibie “Schwimmwagen”, hanno valutazioni comprese tra 100000 e 160000, a seconda dello stato di conservazione e della storia. A un livello leggermente più basso di quotazione sono le Volkswagen Kubelwagen, le cui quotazioni sono assestate tra 45000 e 65000 euro. Da ultimo ci sono le Volkswagen Iltis, auto formidabili per quanto riguarda la motricità grazie alla presenza dei sistemi di bloccaggio dei differenziali, ma che non raggiungono quotazioni altrettanto elevate, fermandosi a circa 15000 euro al massimo. Infine, farebbe parte di questo filone anche la cosiddetta Volkswagen Pescaccia 181, che però non è un gran veicolo. Nonostante ciò, in certi mercati sta crescendo di valore, ma un esemplare in buono stato sarebbe corretto pagarlo come un buon Maggiolino anni ’70, ovvero non più di 12000 euro.

A caccia dei più bei Maggiolini sul mercato

A parte internet, cercando dappertutto, ci sono alcuni operatori, ovvero dealer, che sono dei maghi nel reperire i più bei Maggiolini sul mercato. Si tratta del loro lavoro, per cui difficilmente sbaglieranno la scelta. I pezzi più belli generalmente non vengono inserzionati sui loro siti, ma la tradizione vuole che vengano portati e mostrati direttamente nelle fiere più importanti a livello europeo, come il Techno Classica di Essen, il circuito Intercalssics di Maastricht e Bruxelles, il Retro Classics di Stoccarda o Bavaria. Alcuni nomi che possono disporre di bei Maggiolini sono tutti fuori dall’Italia e possono essere Ruylclassics.nl, il cui titolare è veramente un gran signore, Alphons Ruyl. Poi c’è vwclassics.nl, bel negozio e officina condotta dal simpatico Henk. Un altro buon dealer e officina di restauro è Kieft En Klok, una bella famiglia estremamente competente nei vari Volkswagen. Un altro grande operatore è lo svedese Thomas Lindblad di Svensk Motorkraft, presso cui si possono trovare delle chicche veramente ben conservate. Oltre a questi operatori, poi ci sono le aste online svedesi come bilwebauctions.se e le consuete aste Bonhams, Rm Sotheby’s e Dorotheum.

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