Se le Toyota Land Cruiser serie BJ (Diesel) e FJ (benzina) raggiungono sempre più spesso cifre inavvicinabili, si può sicuramente puntare su un’altra interessante fuoristrada della stessa famiglia Toyota, ovvero la Daihatsu Taft o Wildcat o ancora Toyota Blizzard, a seconda dei mercati dov’è stata commercializzata. Prodotta a partire da metà anni ’70, la Daihatsu Taft è stata la prima fuoristrada della più antica Casa automobilistica giapponese. Era disponibile sia con motori a benzina, sia Diesel.

L’importante è cercare di trovare l’esemplare giusto di Daihatsu Taft, meglio se ben conservato in prima vernice, o in alternativa ben restaurato. Se non si hanno esigenze di lunghe trasferte, la Daihatsu Taft più “simpatica” è sicuramente la F10 1.0 a benzina, per la sua carrozzeria corta e la sua particolare mascherina prima serie. Era a quattro posti. La versione più bilanciata e che si trova più facilmente, se così si può dire, è la Daihatsu Taft F20 1.6 a benzina, caratterizzata da uno sbalzo posteriore più pronunciato che permette di ospitare 2 persone in più rispetto alla F10, ovvero 6 passeggeri in tutto.



Alla guida, la Daihatsu Taft è una fuoristrada vera e di gran lunga più maneggevole della “cugina” Toyota Land Cruiser. Naturalmente, più che su strada le sue doti spiccano su terreni anche fortemente accidentati e sulle strette mulattiere di montagna, dove praticamente solo lo Steyr Puch Haflinger le da la paga. I rapporti del cambio sono tutti tendenzialmente corti, ma il motore a benzina da 1.6 litri è caratterizzato da una rumorosità abbastanza sommessa per quei tempi e da un livello di vibrazioni accettabili. Tra le caratteristiche degne di nota di questo modello di fuoristrada, si segnala la sua robustezza e longevità. I ponti sono dei robusti Dana e il motore 1.6 a benzina è un eterno aste e bilancieri. Se si effettua la manutenzione programmata, difficilmente queste Daihatsu 4×4 creeranno dei problemi.
