Non c’è riuscito il Covid (2020) a scalfire minimamente la passione per i veicoli d’epoca, il cui scambio si è trasferito soprattutto via web, figuriamoci dopo che la pandemia è passata…
Ovviamente in quel periodo horribilis erano saltate fiere, aste, raduni e appuntamenti vari a tema, ma venditori e acquirenti non si sono persi d’animo e anzi hanno saputo riorganizzarsi in tempo lampo tramite invio di grandi quantità di dettagliate foto e informazioni che potessero aiutare a velocizzare e concludere positivamente le più svariate transazioni.
Poi, il ritorno alla normalità e la voglia di riprendere a viaggiare per assistere ai più spettacolari eventi dedicati ai veicoli d’epoca mondiali è ritornata alla grande. Con minime oscillazioni tra alti e bassi, ormai sono decenni che il mercato multimiliardario dei veicoli d’epoca tiene alla grande, diversamente da quello dell’auto nuova, le cui esposizioni internazionali (e l’interesse) si stanno azzerando.
Basta consultare un calendario e contare la miriade di eventi organizzati ogni settimana tra aste (online o meno), fiere e raduni, per accorgersi di ciò.
Quello che sta cambiando in quest’ultimissimo periodo sono semmai certi “orizzonti”. Per esempio, prima c’era molto interesse verso i veicoli anteguerra, adesso in diminuzione per il cambio generazionale: alcuni “quarantenni” di oggi prediligono i mezzi della loro infanzia, le cosiddette youngtimers (in linea di massima mezzi dagli anni ’90 in poi).
A livello europeo, soprattutto in Germania, Olanda, Belgio e Francia, la cultura del veicolo d’epoca (qualsiasi età abbia) e completamente originale (meglio se in prima vernice o non restaurato) è più sentita. In Italia in tal senso, fatta eccezione per pochi collezionisti, si scivola purtroppo ancora verso il veicolo “luccicante” e a buon mercato, anche se purtroppo in molti casi nasconde grandi magagne.
Diminuisce quindi la qualità dei veicoli “sinceri” in circolazione che hanno bisogno di veri e propri restauri professionali (figura lavorativa insieme ad altre ancora carente qui in Italia) e di conseguenza un po’ anche l’interesse dei puristi potenziali acquirenti verso il settore, in netta minoranza rispetto ai “curiosi sognatori” della domenica in gita con la famiglia. A diminuire quindi sono anche i visitatori delle fiere più piccole (che man mano spariranno), in favore degli appuntamenti più “onnipotenti” dell’anno, come il Retromobile di Febbraio a Parigi, l’Interclassics Di Maastricht e Bruxelles e il grandioso Techno Classica di Marzo/Aprile ad Essen, frequentato da circa 200.000 visitatori in un solo weekend.
Con il ringiovanimento generazionale poi, la ricerca dei veicoli giusti sul web (risparmiandosi il viaggio verso la fiera di minore importanza) sta ritornando alla ribalta: lo dimostrano la quantità di siti e aste online, come bringatrailer.com, catawiki.com etc.
Vedere, annusare e sfiorare i veicoli dal vero però è sempre un’altra storia e questo in Italia lo si può ancora fare soprattutto alle due fiere per il momento più rappresentative: Auto e moto d’epoca di Padova, da quest’anno a Bologna, e Milano Autoclassica, in forte crescita, ma che purtroppo non riescono a proporre la varietà automobilistica che si riscontra nelle più importanti fiere internazionali e che proprio per questo attirano visitatori da tutto il mondo.