Non solo diventa più grande e importante, ma Milano Autoclassica 2022 (18-19-20 Novembre 2022) ospita persino due aste con vetture di prestigio: l’asta di Bonhams in data 18 Novembre (tutte le informazioni e i lotti sono qui) e l’asta Wannenes che si tiene invece in data 19 Novembre (tutte le informazioni e i lotti sono qui).
Di fatto, una fiera che ospita due aste vuol dire che sta diventando più importante sul mercato e forse, nonostante le dimensioni siano più esigue, può facilmente raggiungere e superare Auto e moto d’epoca Padova, che dal 2023 si terrà a Bologna.
Insomma, c’era da immaginarselo, Milano rimane sempre un’ottima piazza e il periodo di esecuzione della fiera è sicuramente giusto e può essere solo leggermente infastidito dall’Interclassics di Bruxelles, fantastica fiera che si tiene nello stesso weekend ahinoi.
Naturalmente Milano Autoclassica non significa solo aste, ma anche dealer, privati, ricambi e automobilia che cercheranno di portare in mostra i pezzi più esclusivi, quindi il consiglio è quello di girare il più possibile e non tralasciare mai nulla perché il vero tesoro è nascosto sempre dove meno te l’aspetti.
Però ora diamo un’occhiata alle auto più interessanti che sicuramente vedremo, quelle delle case d’asta Bonhams e Wannenes, iniziando in ordine alfabetico da Bonhams.
Asta Bonhams Milano 2022: peccato, pochi lotti “No Reserve”
Prima di tutto, consentiteci una piccola critica, anche se al momento in cui si redige l’articolo non è ancora avvenuta l’asta. I pezzi proposti dalla Casa d’aste Bonhams sembrano tutti molto interessanti, ma speriamo che l’incanto non si riveli noioso per via della quasi totale assenza di lotti proposti senza riserva e troppe auto poco attraenti dal punto di vista economico ed eccessivamente sportive da essere utilizzate più spesso.
In altre parole, le cifre dei lotti sono praticamente fisse e potrebbe generarsi poca guerra al rialzo, ma lo vedremo strada facendo. A parte le solite Lamborghini, Ferrari e Porsche, ecco cosa ci ha colpito di più durante l’asta di Bonhams, calcolando il miglior rapporto tra qualità e prezzo. Si fa presto a descrivere, perché i lotti più curiosi sono essenzialmente due, una Fiat e un’Opel.
1996 Fiat Cinquecento Trofeo Sporting – Stima 15000-25000 euro – Senza riserva
Per chi si vuole divertire con una piccola da corsa, è proposta senza riserva questa Fiat Cinquecento Trofeo Sporting senza riserva e con 2000 km circa sul tachimetro.
Si legge:
Nel 1991 FIAT introdusse la Cinquecento, un’autovettura a tre porte e trazione anteriore, in sostituzione della precedente FIAT 126. Sebbene concepita come una “macchina per shopping” per tutti i giorni come l’originale FIAT 500, la Cinquecento fu presto in circolazione per le strade cittadine d’Italia posseduta da una generazione di giovani impazziti per la velocità. Forse ispirata da questa rivelazione del potenziale finora non sfruttato della Cinquecento, FIAT ha introdotto la versione Sporting nel 1992. Destinata come mezzo economico per entrare negli sport motoristici, l’auto ha vinto il proprio campionato di rally monomarca (il Trofeo FIAT Cinquecento).
Per la versione da competizione, la potenza del motore da 899 cc è stata aumentata a 55 CV ed è stata montata una frizione per impieghi gravosi. L’assetto è stato migliorato con sospensioni Bilstein, ruote Abarth e pneumatici Michelin, mentre l’interno presentava sedili avvolgenti, volante Sparco e roll-bar.
La Trofeo si sarebbe rivelata un immenso successo – circa 70 piloti hanno preso parte alla prima gara del Mugello nel 1993 – e l’idea si è presto diffusa per abbracciare gare in quasi tutti i paesi d’Europa. Alla fine della stagione i migliori piloti di ogni paese si sarebbero sfidati per avere l’opportunità di gareggiare al Rally di Monte Carlo su una Cinquecento iscritta in fabbrica. La serie durò diversi anni e cessò solo quando FIAT pubblicò il successore della Cinquecento, la Seicento, nel 1997.
Partecipante al Rally di Sardegna nel 1998, la Cinquecento Trofeo Sporting qui offerta ha avuto un solo proprietario e attualmente segna un totale di 2.009 chilometri sul contachilometri. Conservata in condizioni originali, l’auto viene fornita con documentazione completa, targhe e documenti italiani, Passaporto CSAI e Cartella Stampa.
Si prega di notare che questo veicolo ha meno di 6.000 chilometri registrati sul contachilometri, è considerato un nuovo mezzo di trasporto ai sensi del diritto dell’UE e sarà soggetto a IVA se venduto in un paese dell’UE diverso dall’Italia. Sul prezzo di aggiudicazione verrà applicata l’attuale aliquota IVA italiana del 22% e aggiunta al totale della fattura.
1952 Opel Kapitän Saloon – Stima 20000-25000 euro
Un’auto sicuramente dal design molto particolare che non mancherà di attrarre su di sé la dovuta attenzione durante i raduni o l’uso su strada.
Si legge:
Figlio di un fabbro, Adam Opel decise di lasciare l’azienda di famiglia nel 1863, avviandosi come produttore di macchine da cucire nella sua città natale di Rüsselsheim, vicino a Francoforte, in Germania. L’impresa crebbe rapidamente. A metà degli anni 1880 Opel si diversificò nella produzione di biciclette e nel 1895, quando il suo fondatore morì, era diventata una delle più grandi aziende manifatturiere d’Europa. C’era da aspettarsi che la sua prossima mossa sarebbe stata nella produzione di motori, ma la prima impresa del genere di Opel è stata un fallimento insolito. Ora gestita congiuntamente dai cinque figli di Adam, Opel acquisì i diritti su un progetto di Friedrich Lutzmann e produsse la sua prima automobile nel 1898. Tuttavia, a questo punto la Opel-Lutzman con motore orizzontale era alquanto datata e la produzione cessò dopo soli due anni.
Opel si rivolse quindi al mercato delle motociclette, una linea di attività che avrebbe portato avanti fino al 1932, e nel 1902 riprese i suoi piani di produzione di motori, acquisendo i diritti per distribuire Darracqs in Germania e Austro-Ungheria. Le auto furono importate sotto forma di telaio, carrozzate da Opel e vendute con il nome “Opel-Darracq”. Opel iniziò presto a sviluppare i propri modelli basati su Darracq e nel 1906 aveva acquisito una competenza propria sufficiente per recidere i suoi legami con la marca francese.
Dopo la prima guerra mondiale, durante la quale aveva costruito camion e motori aeronautici BMW su licenza, Opel riuscì a superare le incertezze finanziarie dei primi anni ’20, sebbene la produzione rimase bassa. Aggiornando la sua fabbrica di Rüsselsheim per ospitare una catena di montaggio mobile di tipo Ford, Opel ha abbandonato la sua gamma di modelli esistente per concentrarsi su un solo design, che era una palese copia della Citroën 5CV di successo. Conosciuta come Laubfrosch (raganella) per via della sua livrea verde, questa nuova vettura leggera apparve per la prima volta nella primavera del 1924, ponendo Opel sulla strada del successo che l’avrebbe vista affermarsi come la più grande casa automobilistica tedesca entro la fine del decennio.
Nel 1929, il colosso americano General Motors, cercando di espandere ulteriormente i suoi interessi europei, acquisì una partecipazione di controllo in Opel, seguita dalla piena proprietà nel 1931. Sotto la direzione di General Motors, Opel prosperò e nel 1938 non era solo la Germania ma anche l’Europa, il più grande produttore di motori. L’azienda ha beneficiato delle innovazioni tecniche applicate per la prima volta ai prodotti GM costruiti negli Stati Uniti, comprese le sospensioni anteriori indipendenti “knee action” e, nella forma del modello “Olympia” del 1936, la costruzione unitaria del telaio/carrozzeria. Con il passare del decennio, le Opel iniziarono ad assomigliare sempre di più alle loro cugine americane, una tendenza che culminò nell’ultima offerta prebellica dell’azienda, la Kapitän. Introdotto nel 1939 e di costruzione unitaria come l’Olympia, il Kapitän era alimentato da un sei cilindri a valvole in testa da 2,5 litri e presentava sospensioni anteriori indipendenti che erano rinforzate da una barra antirollio, un’idea nuova in quel momento.
Il Kapitän che riemerse quando la produzione civile riprese nel 1948 era basato sulla versione del 1939, differendo solo per alcuni aspetti minori, e il modello rimase in questa forma fino al 1953. La sua sostituzione era meccanicamente molto simile pur presentando uno stile più moderno lungo quello americano linee e gli immancabili ettari di cromatura. Fino al luglio 1953, quando fu sostituita, Opel ne aveva costruiti poco più di 48.500 di questa serie; i sopravvissuti, però, sono relativamente pochi e molto meno numerosi di quelli dell’equivalente Mercedes.
Immatricolata per la prima volta in Italia nel 1991, questo è un esemplare magnificamente presentato della Opel Kapitän, che evidentemente era stata restaurata ad un ottimo livello ad un certo punto e da allora molto ben tenuta. Rifinita in modo attraente in blu medio con interni in tessuto grigio, questa Opel a sei cilindri è una vista rara al giorno d’oggi e questo esemplare è certamente degno di un’ispezione più ravvicinata.
Con solo due proprietari registrati in Italia dal 1991 e in esclusiva collezione privata del venditore dal 2013, viene offerto con documenti di immatricolazione italiani e omologazione ASI (datata 1989).
Asta Wannenes: interessanti lotti accessibili ai più appassionati
L’asta Wannenes, diversamente da Bonhams, presenta lotti meno importanti ma più accessibili, con prezzi insomma che possono destare maggiormente l’appetito del potenziale acquirente perché più corretti. I lotti tra cui scegliere non sono tanti, ma qualche simpatica curiosità l’abbiamo adocchiata eccome.
1975 PUCH MC175 FRIGERIO SEMI-WORKS ENDURO – Stima 5000-10000 euro
Iniziamo con una moto che solletica l’appetito degli appassionati di Enduro, ovvero questa Puch Frigerio.
Si legge:
Fra gli anni ’60 e ’70 in Italia si scrissero importanti pagine della regolarità motociclistica. Un vero e proprio fenomeno sportivo e culturale spinse moltissimi giovani a correre con moto da fuoristrada in una serie di eventi di regolarità ovunque si trovasse una strada sterrata. Grandi marchi tutt’oggi conosciuti, come la KTM, cementarono una reputazione che dura ancora oggi. La Puch in particolar modo si impose come uno dei marchi austriaci di maggior successo. Rinomata per la risposta rabbiosa e l’accelerazione violenta sin dai bassi regimi era fra le moto da battere nelle categorie sotto i 250cc.
Nel 1972, la Puch introdusse la versione rimodificata della loro 175. Dotata di una ciclistica più stabile e di un motore a 5 rapporti rinforzato, era caratterizzata da una natura più docile e di una risposta all’acceleratore progressiva, senza però rinunciare alla potenza pura. In Italia le Puch vennero importate dai Fratelli Frigerio, che si occupavano non solo della vendita ma anche della preparazione delle moto per la loro squadra ufficiale oltre che per i numerosi privati che correvano nelle gare di regolarità.
La moto qui offerta appartiene all’ultima serie della MC175 importata e assemblata dai Fratelli Frigerio, prima che questi incominciassero la produzione in serie delle loro motociclette nel 1976. Il primo proprietario fu Carlo Sponza di Cornaredo, pilota privato membro del Moto Club Madunina. Questa moto ricevette da subito una preparazione semi-ufficiale dai Fratelli: fu dotata di forcelle ZTI Marzocchi in magnesio, di ammortizzatori Marzocchi a serbatoio separato e un serbatoio specifico in fibra di vetro, che si differenziava da quello di plastica della versione di serie. Altri particolari di questa preparazione tutt’ora presenti sulla moto sono il mozzo conico della ruota anteriore e il montaggio della bobina su un pezzo di gomma telata anti vibrante sotto il serbatoio.
Per ovviare all’altezza di Carlo Sponza, la sella fu imbottita ulteriormente per aumentare la facilità di guida. La moto vanta una nutrita presenza a diverse gare dell’epoca, tutte corse nel 1975. Stando alla documentazione che accompagna questa moto, le gare accertate sono:
• La 27esima Valli Bergamasche Internazionale di Regolarità del 13 e 14 settembre 1975, a cui partecipò nella categoria E con numero 167. Ritirato il secondo giorno. Il numero è visibile in più parti sulla motocicletta.
• Trofeo FMI della Regolarità, settembre 1975 a Ottone dell’Elba. Risultato e numero non disponibile;
• Albavilla Classica, che si corse nel novembre 1975. Sponza arrivò 3o di categoria del Gruppo E;
• Trofeo Gilera del 28 settembre 1975, numero 49, sesto di categoria. Il numero 49 compare sul grembiule originale.
• 2 Giorni di Camerino del 26/27 luglio 1975. Gruppo E 10°classificato.
La moto presenta ancora qualche punzonatura sulle forcelle e sul telaio di alcune di queste gare. Nello specifico la moto riporta su un ammortizzatore posteriore il numero 117 e il numero 146 sulla forcella anteriore, quest’ultima corrispondente a una gara di regolarità organizzata all’epoca dal Centauro Club di Bra.
La moto ha avuto quattro proprietari prima di essere acquisita nel 1998 da quello attuale, il quale sottopose il motore a una revisione dai Fratelli Frigerio nei primi anni 2000. La moto monta attualmente degli pneumatici Metzeler originali tipo Six Days da 30021 all’ anteriore e da 40018 al posteriore. Il parafango anteriore è un Falk montato all’epoca, verificabile dalla documentazione, ma è fornita del suo originale. E’ corredata del suo grembiule originale che porta un numero giallo di corsa “49” e di uno nuovo mai usato. La moto monta il suo scarico originale dell’epoca, che non fu mai modificato e viene offerta con la documentazione delle gare dell’epoca e un set di adesivi originali Puch.
Una vera “capsula del tempo” per originalità, storia e condizioni che riporta indietro a una delle pagine più emozionanti della storia del motociclismo italiano. Mai restaurata e con la preparazione semi ufficiale dei fratelli Frigerio, è un pezzo da collezione che manterrà in vita il rombo di un’epoca.
1966 FIAT 600D MULTIPLA – Stima 10000-13000 euro
Interessante stima per questa mitica Fiat 600D Multipla appartenuta alle suore.
Si legge:
Nel 1956 Fiat inventò il segmento delle piccole monovolume con la 600 Multipla, che seppe affermarsi come l’auto famiglia per antonomasia nell’Italia postbellica. Grazie alla sua architettura geniale, poteva vantare capacità di carico e consumi da primato per la sua categoria.
Seppur manteneva lo stesso passo di 2 metri e lo stesso motore della 600 berlina da 22 cv era un’auto che massimizzava lo spazio a disposizione: può essere considerata la vera prima monovolume di grande produzione della storia. La Multipla veniva proposta soltanto con verniciatura bicolore, una soluzione cromatica molto diffusa tra le auto di prestigio più in voga negli anni del boom. Commercializzata dal 1956 al ’67, fu venduta in circa 240 mila unità: ad oggi rimane un’icona del boom economico italiano.
Questa Fiat 600 Multipla del 1966 qui offerta è appartenuta ad un convento di suore per diversi anni. Nelle mani di un appassionato da diverso tempo, mantiene ancora il suo libretto a pagine originale. L’attuale proprietario ha recentemente fatto eseguire i seguenti lavori:
Ripristino degli interni con i suoi dell’epoca
Cambio olio motore e filtro
Sostituzione dei giunti anteriori
Sostituzione dei supporti motore
Pulizia del radiatore
Sostituzione del serbatoio e cambio del galleggiante
Installazione di pneumatici nuovi, lucidatura carrozzeria,
Alternatore e dinamo nuove
Rettifica della testata
Pronta a nuove sfide, questa piccola Multipla è senza dubbio un’icona di praticità e stile.
1982 VOLKSWAGEN GOLF GTI 1600 MK1 – Stima 18000-28000 euro
Una Volkswagen Golf GTI è sempre una super auto. Questa è stata restaurata e quindi non è conservata, ma potremmo farcela andar bene lo stesso.
Si legge:
Nel 1974 la Volkswagen era concentrata sulla produzione della Golf classica e quando due suoi dipendenti, Konrad e lowenberg, proposero alle alte sfere di progettare un modello sportivo, l’idea venne immediatamente scartata. I due però non si diedero per vinti e, al di fuori dell’orario lavorativo e nei weekend, si dedicarono alla progettazione di una macchina adatta per fare la spesa ma allo stesso tempo che fosse a suo agio in pista. Riunirono un vero e proprio team e quando questa volta proposero al Consiglio di Amministrazione la loro idea di auto sobria ma sportiva, ottennero immediatamente il loro benestare. L’unico limite che venne loro imposto fu quello del numero di esemplari da produrre, che non avrebbe dovuto superare i 5.000 pezzi. Finalmente nel 1975 venne presentata al Salone di Francoforte la Golf GTI, acronimo di Gran Turismo Iniezione. Questo concentrato di sportività, contrariamente a tutte le previsioni, divenne in brevissimo tempo una delle macchine più ambite e iconiche di tutti i tempi.
Questo esemplare del 1981 è stato immatricolato nel dicembre 1981 ed è rimasto con il suo primo possessore fino a quando non fu stato acquistato nel dicembre 2016 dall’attuale proprietario. L’auto è stata poi sottoposta a un restauro conservativo di carrozzeria e a una revisione generale dell’iniezione e degli organi meccanici. Nello specifico la vettura è stata sottoposta ai seguenti interventi: cambio distribuzione, sostituzione pompa acqua, revisione dell’impianto frenante con tubi, dischi tamburi e pastiglie nuovi. Mantiene molti dettagli originali, come i cerchi, paraurti, interni e plastiche. Il cielo è stato rifatto con materiale dell’epoca, e l’assetto è stato aggiornato con ammortizzatori Koni Street e molle H&R. L’iniezione Bosch K Jetronic è stata integralmente revisionata e dotata di iniettori nuovi così come la frizione e i suoi leveraggi che sono stati rifatti completamente. Tutti i lavori sono stati documentati con fotografie.
La vettura mantiene ancora il suo adesivo originale all’interno del porta bagagli dove si vede che la vettura è verniciata in Alpine White e ha i seguenti optional:
034 molle rinforzate, optional per l’Italia
046 frecce di direzione laterali
184 cinture di sicurezza a 3 punti
430 parabrezza laminato
568 vetri azzurrati
Ancora fornita con il suo porta targa anteriore originale, questa splendida Golf GTI Mk1 è offerta con i suoi cerchi originali con gomme nuove, un set di cerchi ATS originali e dei paraurti di riserva. Iconica, divertente e perfettamente funzionante, è una delle migliori hot hatch classiche di sempre.
1983 MERCEDES BENZ 230 TE ABS – Stima 10000-20000 euro
Le station wagon, qualsiasi essa sia e ancor più Mercedes, sono sempre molto ambite. Per cui non perderemmo di vista questa W123 230TE.
Si legge:
Le Station Wagon sono il genere di auto maggiormente apprezzato per via della loro grande praticità, fruibilità e bellezza di linea. Forte della sua competenza come costruttore di auto di grande qualità, nel settembre del 1977 Mercedes rivoluzionò il mercato con la versione T, ovvero “Transporter” della serie W123. Uguale per dimensioni alla berlina, la T consentiva tuttavia una capacità di carico di circa 1500 litri.
Lo schema meccanico prevedeva un motore anteriore longitudinale, la trazione posteriore, sospensioni anteriori McPherson e posteriori a bracci oscillanti, quattro freni a disco e trasmissione manuale a quattro o cinque rapporti (optional), in alternativa all’automatica a tre rapporti. A causa del peso maggiore, la versione T della W123 era dotata al retrotreno di sospensioni con sistema idropneumatico autolivellante, capaci di mantenere la stessa altezza da terra in caso di carico elevato. Forte di 136 cavalli la 230 TE era il top di gamma e univa praticità a grande comfort e faceva dell’autostrada il suo habitat ideale.
Consegnata nuova a Francoforte in Germania, questa 230 TE del 1980 è arrivata in Italia quasi subito dopo la sua vendita. Negli anni è stata equipaggiata con un impianto di climatizzazione Dilavia aftermarket dell’epoca e mantiene i suoi interni conservati e una ricca dotazione di optional:
411: tetto apribile manuale
420: cambio automatico
422: servosterzo
431: poggiatesta posteriori
466: chiusura centralizzata
470: ABS
531: antenna automatica
541: tendina avvolgibile bagagliaio (non presente)
561: sedile conducente rinforzato
656: pneumatici Michelin
673: batteria maggiorata
254: radio Becker Europa cassette
260: soppressione monogramma modello (ora presente)
812: altoparlanti posteriori
Mantiene il suo colore esterno Verde Mango 875 con tessuto verde 036 originale. L’auto segna più di 300.000 km ed è stata sottoposta a una leggera verniciatura. È stata ferma per qualche anno: si consiglia un tagliando approfondito prima dell’uso regolare. Con la sua colorazione accattivante e riccamente opzionata, questa 230 TE è senza ombra di dubbio una delle station wagon più “cool” che si possano trovare oggi sul mercato.
1974 SIMCA RALLYE 1 – Stima 13000-20000 euro
Per divertirsi un bel po’, non può certo sfuggire questa Simca Rallye 1.
Si legge:
Con l’abbandono delle competizioni da parte della R8 Gordini, la rivale di sempre della Simca 1000 sui campi di gara, consentì alla Chrysler-Simca di concentrare i suoi sforzi verso un maggior impegno agonistico. Nel 1972, nacque la Rallye 1, la sostituta della 1000 Rallye. Spinta da un motore da 1296 cc e 60 cavalli si impose subito come un ottima base per preparazioni sportive. Il lancio della Rallye 1 concise con la fondazione del Simca Racing Team, il quale stesso anno trionfò a Le Mans con la MS670.
Questa Rallye 1 del 1974 è stata importata in Italia nel 2016 dall’attuale proprietà, originale e in uno buono stato d’uso, è sempre stata utilizzata per eventi e raduni. Necessita di piccoli lavori di carrozzeria al fine di mantenere l’originalità. Dotata dei suoi interni corretti e del suo pepato motore da 60 cavalli, è una delle auto più divertenti e usabili a oggi.
2000 LAND ROVER 90 2.5 TD5, 3 DOOR STATION WAGON EX CARABINIERI GUARDIA FORESTALE – Stima 15000-25000 euro
Le Land Rover Defender sono in continua ascesa di prezzo e allora perché non considerarne una che abbia fatto vera vita da Defender, ovvero questa Defender del Corpo Forestale che sicuramente ha tanta storia da raccontare…
Si legge:
La Defender è stata una vera icona. Robusta, affidabile, riconoscibile e vera alleata di generazioni di artigiani e appassionati della guida fuori strada, è diventata negli anni una vettura che ha trasceso le sue origini come mezzo industriale. Introdotta nel 1948 come Series I, è rimasta in produzione fino al 2016, fino a quando la produzione è terminata nella storica fabbrica di Solihull, in Inghilterra. Usata come versione civile e militare e prodotta in un’infinità di varianti, ha servito e continuerà a servire una nutrita schiera di professionisti per gli anni a venire.
Questo esemplare del 2000 è un’interessante versione Station Wagon a 3 porte dotata del motore da 2.5 litri diesel del 2000, usata per anni dalla legione Carabinieri Veneto nella Guardia Forestale. Ancora con la sua livrea verde originale è un’ interessante Defender pronto a una nuova vita come mezzo sia da lavoro sia da collezione.